MACERATA Nessun segnale positivo dall’assemblea dei sindaci dell’Aato 3 che si è svolta ieri. Per la verità all’ordine del giorno non c’era il punto specifico del gestore unico ma è risultato comunque ben percepire come siano ancora molto distanti le posizioni dei due gruppi che hanno presentato altrettante proposte alla scopo dichiarato di mantenere la gestione pubblica della risorsa idrica.
Il tecnico
L’unico momento collegato alla questione citata è stato quello della relazione tecnica del direttore Massimo Principi sulla proposta di gestione formulata dal gruppo di sindaci guidati da Fabrizio Ciarapica e da Alessandro Gentilucci. Nei giorni scorsi c’era stata una infruttuosa riunione tra i tecnici delle società di gestione e alcuni sindaci. Principi ha relazionato sulla seconda proposta, come del resto aveva già fatto con la prima.
La posizione
«Il progetto, al momento, deve ancora essere considerato come una bozza da sviluppare e completare, anche se si prefigge correttamente la finalità di giungere a un soggetto giuridico unico in grado di gestire direttamente il servizio grazie alle infrastrutture nella sua piena disponibilità. Il progetto tratta comunque necessariamente in modo non dettagliato alcuni aspetti essenziali del percorso delineato, aspetti che dovranno essere analizzati, approfonditi e verificati in un secondo tempo: non contiene e non fa cenno ad alcun impegno degli attuali attori del servizio (aziende o Comuni) a perseguire quanto prospettato ma si limita a illustrare i soli passaggi giuridico-societari necessari per giungere alla gestione unica; l’ipotesi di lasciare operativa la Società Acquedotto del Nera non sembra aderente alla normativa sul servizio idrico integrato, che non prevede la separazione fra proprietà (o meglio, disponibilità) degli asset e gestione del servizio; l’ingresso dei Comuni che attualmente gestiscono il servizio idrico in modo autonomo nella società unica non sembra necessario perché tale facoltà è rimessa alla volontà del singolo Comune; l’affitto del ramo d’azienda non può essere considerato una soluzione perseguibile se non per un lasso di tempo molto breve, per assicurare la continuità del servizio nelle more dell’avvio della gestione unica; lo strumento della scissione del ramo d’azienda idrico potrebbe non essere visto con favore dalla giurisprudenza contabile; la tempistica è molto stretta e, data la complessità delle molteplici operazioni societarie da concludere, rappresenta un punto critico dell’intero percorso.