Giuseppe Amato, chi è il nuovo procuratore generale di Roma: indagava sulla strage di Suviana

L’ufficio, che deve anche autorizzare le intercettazioni dell’Aisi, era vacante dal 2022

Indagava sui morti della diga di Suviana, Giuseppe Amato è il nuovo procuratore generale di Roma
Indagava sui morti della diga di Suviana, Giuseppe Amato è il nuovo procuratore generale di Roma
di Valentina Errante
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Venerdì 19 Aprile 2024, 06:21

Classe 1960, in magistratura dall’85, Giuseppe Amato, “Jimmy”, è il nuovo procuratore generale di Roma. Un ruolo delicato, è al vertice dell’ufficio che autorizza le intercettazioni preventive dell’Aisi. Prenderà possesso della sede intorno alla fine di maggio. Prima di allora, da procuratore capo di Bologna, continuerà a coordinare l’inchiesta sull’esplosione della centrale elettrica del lago di Suviana, sull’Appennino tosco-emiliano, dove lo scoppio di una turbina al piano -8 dell’impianto ha provocato la morte di sette operai, ferendone altrettanti. Moderato, figlio d’arta, il padre Nicolò, magistrato a Roma è stato il numero uno del Dap. Amato fa parte della corrente di Unicost (quella centrista delle toghe). È un moderato, e sicuramente la sua nomina non ha messo tutti d’accordo, visto che, da procuratore di Bologna, ha firmato l’archiviazione sulla posizione di Marco Cappato dell'associazione Luca Coscioni, che si era autodenunciato in Svizzera e “aiutato” a morire, una donna malata di Parkinson.

LA NOMINA

Due giorni fa il plenum del Consiglio superiore della magistratura ha votato a larghissima maggioranza, con una sola astensione, la delibera di nomina di Amato.

In realtà è stata una ratifica. Il posto era rimasto vacante dal novembre del 2022, quando Antonio Mura aveva lasciato per assumere l'incarico di capo dell'Ufficio legislativo del ministero della Giustizia. Al vertice di una delle procure più rilevanti e dell’ufficio ufficio distrettuale che si occupa della lotta contro le infiltrazioni mafiose nel centro-nord Italia, Amato era tra i favoriti anche per diventare procuratore di Torino.

LE POSIZIONI

È al momento del suo insediamento a Bologna, che Amato dichiara: «Il processo non può essere la pena», aggiungendo che la giustizia deve avere un «tempo ragionevole». E assicurando che i rapporti con gli avvocati sarebbero stati «di collaborazione franca e di dialettica» e precisando: «Il mio impegno sarà quello di avere dall'altra parte qualcuno che cerca di ottenere in buona fede un determinato risultato», citando l’articolo 111 della Costituzione perché «il giusto processo per essere tale deve essere rapido». L’anno scorso ha fatto discutere la sua scelta, differente da quella dei colleghi di Ravenna e Forlì, di non aprire un fascicolo sull’alluvione in Emilia Romagna: «Non si può avviare un’indagine per ogni evento naturale. Non è questo il ruolo del pm, almeno come lo intendo io. I muscoli si mostrano se uno ha una ragionevole intenzione di usarli, mostrarli per mostrarli non ha senso».

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IL PROFILO

Amato ha iniziato la sua carriera come sostituto alla procura di Massa, poi è stato assistente di studio dell’allora presidente della Corte costituzionale Francesco Saja. Quindi l’incarico come pretore a Roma, si è occupato di reati contro la pubblica amministrazione, applicando la nuova norma sulla responsabilità amministrativa degli enti e dove è stato tra i primi a fare ricorso al sequestro per equivalente per colpire il patrimonio di corruttori e concussori. Dopo la riforma è stato sostituto della Dda, componente dell'Ufficio studi del Csm e pm a Torino. Nel 2007 è stato nominato procuratore capo a Pinerolo, dove ha deciso di impegnarsi per riuscire ad applicare e fare applicare le regole virtuose nella gestione dei processi e delle risorse anche economiche così da raggiungere i risultati dell’efficienza, della rapidità, della economicità di gestione. Risultati a distanza di quasi due anni sono stati raggiunti e diffusi, con la pubblicazione sul sito di una sorta di bilancio dal quale emergeva l’abbattimento dell’arretrato, la maggiore celerità nella trattazione dei procedimenti e un notevole risparmio delle spese di ufficio (intercettazioni, consulenze custodie dei veicoli sequestrati). L’ufficio di Pinerolo è stato l’unica procura di Italia che per perseguire le esigenze di economicità attivandosi, ad esempio per vendere i veicoli sequestrati, facendo reddito. Nello stesso periodo, Amato è stato anche consulente della presidenza del Consiglio per le politiche antidroga. Nel 2012 diventa il numero uno della procura di Trento e quattro anni dopo di Bologna.

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