MACERATA Denaro trasferito illegalmente all’estero, aggirando la normativa per l’antiriciclaggio. A scoprire il meccanismo sono stati i finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza di Macerata, guidati dal tenente colonnello Francesco Mirarchi, che hanno sanzionato il titolare di un money transfer e undici dei suoi clienti. Previste contestazioni massime per un totale di 1.600.000 euro.
La ricostruzione
L’agente finanziario finito nel mirino, stando alla ricostruzione delle Fiamme gialle, si è avvalso del sistema che permette di inviare all’estero ingenti somme di denaro sottraendole alla normativa antiriciclaggio, attraverso tecniche di frazionamento (smurfing) degli importi da trasferire, con l’utilizzo da parte dei clienti del sistema finanziario multicanale dei numerosi istituti di pagamento nazionali ed esteri, finalizzato ad aggirare i blocchi automatici adottati dai predetti istituti per evitare l’invio di importi superiori alla soglia di legge (999,99 euro) nell’arco di sette giorni, verso paesi europei ed extra-Ue. Nello specifico, l’attività di controllo ha consentito di accertare che il titolare del money transfer ha acquisito da 11 clienti, in una stessa data o in un ristrettissimo arco temporale (massimo sette giorni consecutivi), denaro contante per un importo pari o superiore a 1.000 euro che è stato poi trasferito in favore di uno o più beneficiari, attraverso i circuiti finanziari degli istituti di pagamento nazionali e comunitari con i quali opera in qualità di mandatario. I responsabili sono stati segnalati all’autorità competente per l’avvio del procedimento di irrogazione delle sanzioni amministrative, che ammontano complessivamente fino ad un massimo di 650.000 euro a carico dei clienti e, per uguali importi, nei confronti dell’agente.
I risultati
Sono stati messi costantemente al corrente di quanto emerso dall’attività d’indagine le autorità di vigilanza competenti, cioè l’Ufficio di informazione finanziaria in seno alla Banca d’Italia, l’Organismo degli agenti finanziari e dei mediatori creditizi (Oam) e il Dipartimento del Tesoro del Ministero dell’Economia e delle Finanze, quest’ultimo deputato all’irrogazione delle sanzioni e, in ragione della gravità, ripetitività e sistematicità delle stesse, all’applicazione della misura della sospensione, fino a tre mesi, dell’esercizio dell’attività.