FANO Arrestate per furto aggravato tre persone di origini romene, che mercoledì scorso sono state bloccate dalla polizia mentre uscivano da un bar lungo via Pisacane a Fano.
L’indagine
Gli agenti del commissariato locale hanno recuperato 800 euro in contanti e un arnese artigianale, in filo di ferro. Il filo collegato a una sorta di moneta finta permette di attivare la slot e poi di recuperare la moneta. La tecnica è definita a pesciolino e sarebbe stata utilizzata per spillare contante dalle slot machine, le cosiddette macchinette mangiasoldi. L’arresto è stato convalidato nel corso dell’udienza che si è svolta ieri in Tribunale a Pesaro e adesso il terzetto è in attesa del processo.
Nei confronti di un quarantacinquenne, che la polizia considera il capo del gruppo, è stata disposta una misura cautelare: l’obbligo di dimora in Lombardia. Risulta che nei giorni scorsi le altre due persone, arrestate dalla polizia in collaborazione con la municipale, provenivano dalla Romania e abbiano trovato un appoggio temporaneo in provincia di Rimini. Per loro processo il 20 maggio.
Triplice arresto
Il triplice arresto è un ulteriore risultato dell’operazione Safe Shop.
Una Audi A5 nuova di zecca, che si è fermata davanti ad alcuni esercizi pubblici lungo la statale Adriatica Sud e in seguito lungo la strada Flaminia, per poi tornare indietro. Il personale del commissariato ritiene che si trattasse di sopralluoghi e che il terzetto avrebbe colpito più volte nell’arco della stessa giornata, se non ci fosse stato l’intervento immediato in via Pisacane.
Il sospetto nutrito dalla polizia è dunque che sull’Audi A5 viaggiassero altrettanti incubi per i titolari di bar e altri esercizi pubblici. Il quarantacinquenne si sarebbe seduto a una slot nel bar in via Pisacane, mentre gli altri due, più giovani del capo, intorno ai 35 anni, avrebbero agito da palo: uno all’ingresso della sala giochi e il secondo nel resto del locale. L’udienza per la convalida degli arresti si è conclusa senza misure cautelari per entrambe le persone più giovani: a loro gli inquirenti attribuiscono un ruolo più defilato.