Roma, picchiata e insultata per anni: 21enne romana salvata sul treno

Divieto di avvicinamento e braccialetto elettronico per un 25enne di natali brasiliani fermato dalla Polfer dopo l'ultima violenza a bordo di un vagone del regionale Bracciano-Roma

Roma, picchiata e insultata per anni: 21enne romana salvata sul treno
Roma, picchiata e insultata per anni: 21enne romana salvata sul treno
di Camilla Mozzetti
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Martedì 7 Maggio 2024, 09:48

L’ha afferrata per un braccio, strattonata e minacciata. Ancora una volta. L’ultima violenza porta la data del nove marzo: su un vagone del treno regionale proveniente da Bracciano un uomo di 25 anni ha malmenato la sua compagna di quattro anni più giovane. Voleva da lei venti euro per comprarsi probabilmente una dose di droga e soddisfare così un “bisogno” che cocente era tornato vivo dopo la perdita del lavoro. Ma è solo l’epilogo di una storia di violenza e sopraffazione di cui Patrizia (la chiameremo così) era vittima da almeno quattro anni. E per raccontarla, questa storia unica e comune purtroppo a molte altre donne, si deve partire dalla stazione della Giustiniana il pomeriggio di quel nove marzo. Patrizia è a lavoro, il suo compagno inizia a chiamarla per sapere quando smonta il turno e quando torna a casa. Lei lo rassicura ma poi quando prende il treno per far ritorno nell’appartamento che la coppia vive in affitto da qualche anno se lo ritrova alla stazione. L’uomo sale sul vagone e inizia a minacciarla, vuole i soldi e li vuole subito. L’afferra per un braccio, la strattona. Una passeggera, vedendo la scena, decide di intervenire ma il 25enne la minaccia: «Sei una p...... fatti gli affari tuoi». La passeggera però non si fa intimorire ma al contrario chiama con il cellulare i soccorso e quando l’uomo se ne accorge scende alla fermata Ipogeo degli Ottavi. 

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La Polfer, intervenuta a seguito della segnalazione, arriva alla stazione Ostiense ma l’uomo non c’è. Gli agenti però si trovano di fronte la vittima, Patrizia, ancora stordita che li per lì decide, ancora una volta, di non denunciare ma quando torna a casa trova un messaggio inequivocabile. L’uomo, rientrato ma poi dileguatosi, le aveva tagliato tutti i documenti e strappato ogni vestito chiudendo il tutto in un sacco dell’immondizia. La misura è colma e pur di fronte alla paura che per quattro anni ha scandito le giornate della vittima, Patrizia riesce a trovare il coraggio e denuncia tutto. Gli agenti della Polfer Ostiense raccolgono così, il dieci marzo, le sue parole. Parole sofferte, pronunciate a tratti pure fra le lacrime che tracciano le fila di abusi, violenze, offese inanellate negli ultimi quattro anni. «Avevo paura che facesse qualcosa di brutto», dirà la donna. I due si conoscono prima della pandemia Covid, decidono di andare a vivere insieme ma già dal 2020 iniziano a palesarsi dei comportamenti molesti

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Offese continue fino a che nel 2022 l’uomo perde il lavoro alla fine dell’estate e torna a far uso di stupefacenti. Le liti e le discussioni nascono dapprincipio per il denaro che va cercando al fine di poter acquistare così le dosi. Si somma la gelosia, il controllo sulle abitudini della ragazza, le botte che non mancano. A dicembre del 2023 Patrizia viene trascinata per le scale del condominio dove la coppia vive perché lui non aveva sopportato il fatto che uscisse con un’amica. Nella dinamica Patrizia si taglia con il vetro di una finestra alla mano, va in ospedale dove i medici la referteranno con tre giorni di prognosi, prova a denunciare ma poi ritratta. Sempre per pausa. Dopo il nove marzo la polizia inizia le indagini e alle parole della vittima si sommano quelle di un’amica e della madre della ragazza. «Sono quattro anni che vedo mia figlia con i graffi, a volte ho assistito anche ad alcuni insulti ma mia figlia aveva paura delle reazioni inconsulte di quest’uomo e per questo non l’ha mai denunciato anche contro il mio parere, ho provato a convincerla tante volte». L’uomo è stato rintracciato a distanza di un mese dall’ultima violenza, il gip accogliendo la richiesta del pubblico ministero, ha disposto il divieto di avvicinamento alla donna (distanza 500 metri) e l’uso del braccialetto elettronico.

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