Il marchigiano Pellizzari debutta al Giro d'Italia da giovanissimo. Il padre: «Giulio può lasciare il segno»

Il marchigiano Pellizzari debutta al Giro d'Italia da giovanissimo. Il padre: «Giulio può lasciare il segno» (Foto CyclingPro)
Il marchigiano Pellizzari debutta al Giro d'Italia da giovanissimo. Il padre: «Giulio può lasciare il segno» (Foto CyclingPro)
di Gianluca Ciucci
4 Minuti di Lettura
Sabato 4 Maggio 2024, 01:05 - Ultimo aggiornamento: 6 Maggio, 15:18

ANCONA Parte oggi da Venaria Reale l’edizione numero 107 della Corsa Rosa e non potevano mancare le decise sfumature di Marche. Innanzitutto ci sarà l’esordio al Giro di Giulio Pellizzari, 20enne da Camerino, che difende i colori della Bardiani CSF-Faizané. Non una formazione a caso perché dalle mani dello “Zio” Bruno sono passati tanti campioni italiani da Davide Cassani a Alessandro Petacchi, Colbrelli, Ciccone. Fino all’ultima nidiata con Filippo Zana e, appunto il nostro Pellizzari che sarà il più giovane al via al fianco del più anziano Domenico Pozzovivo. Per questo ottimo atleta marchigiano classe 2003, che ha già fatto vedere di cosa è capace soprattutto in salita al recente Tour of the Alps dove ha chiuso all’ottavo posto e con un secondo e terzo piazzamento in due tappe, il futuro dice World Tour e il sogno si chiama Tour de France. Ma il presente è un Giro d’Italia da outsider con una tappa da portare a casa quale obiettivo difficile, ma per questo da inseguire. Non si tratta di un esordio casuale per Pellizzari, arrivato secondo al Tour Avenir 2023 dietro al fenomeno Isaac Del Toro ammirato all’ultima Tirreno Adriatico. Il lavoro per il camerte è iniziato a dicembre con il ritiro in Spagna e poi in altura sull’Etna per creare il fondo necessario a una corsa a tappe lunga e che parte decisamente in salita. 


Il sostegno

«Giulio è maturato tanto come corridore dai tempi del suo esordio juniores - afferma Lino Secchi, presidente del comitato regionale Federciclismo Marche - ha avuto la bravura ma anche la fortuna di trovare un uomo esperto come Reverberi e un ambiente familiare che lo ha sostenuto. Il classico esempio del corridore che da esordiente è uno come tanti, ma che in poco tempo ha saputo crescere in modo esponenziale grazie alla voglia di fare e di farsi guidare». Nel 2021 Pellizzari si è dovuto trasferire agonisticamente in Umbria, «abitando a Camerino per lui era più facile allenarsi con la Asd di Foligno piuttosto che raggiungere ogni giorno Mottovalle. Giulio ci ha stupiti quando, partecipando al campionato italiano juniores sull’arrivo ha mostrato la maglia delle Marche per dimostrare il suo attaccamento ai colori regionali».

Ora la nuova sfida del Giro d’Italia: «Se avrà un po’ di fortuna e non sarà costretto a fare il gregario di altri, credo che farà un bel Giro - sostiene Secchi - le incognite sono tante, a partire dalla terza settimana di corsa che per lui è novità assoluta, ma ha un grande maestro in Pozzovivo e sono sicuro che Reverberi saprà gestirlo al meglio». Pellizzari ha ricordato che il suo sogno è vincere un giorno il Tour de France, ma per arrivarci bisogna andare in una squadra del World Tour. «Su questo non ho dubbi, l’anno prossimo vedremo Giulio in una grande formazione - prosegue Secchi - e lui fa bene a sognare perché solo così si fanno i passi avanti decisivi. Giulio è il vero erede di Michele Scarponi che merita quella fiducia e quella pazienza che stanno alla base dei grandi risultati». 

L’emozione

«Il primo ad accorgersi di Giulio è stato un mio collega in polizia, venuto a mancare il mese scorso, che 5-6 fa mi disse: guarda che lo rivediamo al Giro d’Italia. Mi è venuto da sorridere ma alla fine aveva ragione» afferma Achille Pellizzari, papà di Giulio. «Abbiamo fatto passo per passo perché nelle giovanili Giulio faceva fatica a finire le gare. Era più magro degli altri, gracile, però in salita ci metteva l’anima e alla fine ha iniziato a togliersi soddisfazioni. La scuola Antinori di Camerino è stata di grande aiuto nel periodo delle giovanili. Giulio poteva mangiare in una stanza tre ore prima degli allenamenti che iniziavano alle 14 a Foligno». Il papà parla di «emozione scontata» per vedere il proprio figlio esordire nella Corsa Rosa. Un’emozione da vivere davanti alla tv però, «perché abbiamo preferito non seguirlo, troppo stress. Giulio ha bisogno di fare le sue cose e abbiamo deciso di aspettare che ci chiami lui anche al telefono. Alla fine è come un ragazzo che si laurea e inizia a lavorare, questo è il suo lavoro ma so che saprà anche trovare il modo di divertirsi in gara».

© RIPRODUZIONE RISERVATA