Roberto Mancini e il presidente Acquaroli

Gimbo portabandiera alle Olimpiadi davanti a 3 miliardi di persone: perché Acquaroli insiste con Mancini testimonial?

di Martina Marinangeli
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Martedì 23 Aprile 2024, 04:10 - Ultimo aggiornamento: 24 Aprile, 07:14

Oro olimpico e mondiale. Testimonial internazionale di un marchio top come Armani. Adesso anche portabandiera per l’Italia ai Giochi di Parigi di luglio. Gianmarco Tamberi se lo contendono tutti. Poi però c’è una regione, quella che gli ha dato i natali, che potrebbe splendere di luce riflessa ma pare non voler cogliere l’opportunità più unica che rara. Un paradosso al quadrato per il Re Mida degli sportivi: il governatore Acquaroli ha trasformato in oro prima Roberto Mancini - che da testimonial delle Marche ha portato la nazionale azzurra sul tetto d’Europa - e ora l’atleta anconetano numero uno del salto in alto. Da quando il presidente lo ha scelto come testimonial social della nostra regione, Gimbo non ha sbagliato più un colpo.

Nello scegliere i due assi, Acquaroli ha dimostrato un intuito non comune (condito da una consistente dose di fortuna), poi si è perso in un bicchier d’acqua. La scelta è talmente scontata da sfociare nel lapalissiano: il testimonial delle Marche (e non solo del segmento social) deve essere Tamberi. Darebbe quella spinta propulsiva al nostro turismo che il brand Mancini ha esaurito da troppi mesi. Quando il ct del calcio portò l’Italia al titolo europeo - era il 2021 - il ritorno stimato in termini di Pil turistico per le Marche fu di 1 miliardo di euro. Ora, da allenatore della nazionale dell’Arabia Saudita inviso in Italia per il clamoroso flop nella qualificazione dei Mondiali del 2022, fa rischiare l’effetto boomerang.

Acquaroli continua a ripetere che Mancini resta il frontman giusto per i mercati internazionali: ma secondo quale logica lo capisce solo lui.

Che palcoscenico può rappresentare per le Marche la panchina saudita? Mistero gaudioso. Mentre lo stesso Acquaroli si tiene chiuso nel taschino il Santo Graal dei testimonial. Mancini è il passato, Tamberi potrebbe – anzi dovrebbe - essere il futuro, anche se preferiamo relegarlo a macchietta subalterna che saltella sui social. Il portabandiera olimpico per l’Italia. Un’eresia. Se le Marche avessero fatto la scelta lapalissiana di cui sopra a tempo debito, pensate a quanto l’estate 2024 avrebbe beneficiato del ritorno d’immagine di un testimonial che guida i campioni italiani sventolando il tricolore davanti a 3 miliardi di spettatori in tutto il mondo. Gli operatori turistici avrebbero organizzato pellegrinaggi dai quattro angoli della regione per contare i sontuosi ricavi e omaggiare l’illuminato Re Mida degli sportivi che siede a Palazzo Raffaello.

Il governatore ha invece scelto di arroccarsi - anche per quel senso di lealtà che ne contraddistingue l’etica - su una decisione palesemente anacronistica. Benché si schermisca di fronte alle domande dei giornalisti («non scherziamo, il testimonial delle Marche è Mancini»), Tamberi lascia intravedere la sua immensa speranza: «Forse un giorno lo sarò anch’io». Un giorno non troppo lontano. Finché è ancora all’apice, per favore: così le Marche salterebbero in alto. 

* Giornalista del Corriere Adriatico

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